Il dibattito sugli OGM che non stanca mai
Nel 2014 la comunità europea ha stabilito nuove leggi che prevedono l’obbligo di dichiarazione d’uso, sull’etichetta di un prodotto, di ogm nel processo di coltivazione o produzione dell’alimento. Ogni volta che viene discussa una nuova legge sull’argomento, il dibattito pubblico si riaccende entrando sempre più nel merito del problema. L’errore più comune nello stabilire i pro e i contro di questa moderna biotecnologia sta nel concepirla come nuova: le ricerche sulla possibilità di trasferire materiale genetico da un organismo all’altro piantano le sue radici negli anni settanta. I primi usi della tecnologia del DNA ricombinante in agricoltura e in medicina – la tecnica che permette il trasferimento di materiale genetico – entrano nel mercato mondiale negli anni ottanta. Già nell’ultimo decennio del XX secolo, a vent’anni dall’inizio di questi studi, sono disponibili molteplici dati che consentono di poter tirare le somme.
A questo proposito, lo storico britannico Eric J. Hobsbawm afferma – nel capitolo nono del suo libro Il secolo breve: 1914-1991 – che «senza le applicazioni della genetica l’India e l’Indonesia non avrebbero potuto produrre cibo sufficiente per le loro popolazioni in grande crescita e alla fine del secolo la biotecnologia è diventata un elemento significativo in agricoltura e medicina».
Le principali colture di OGM presenti sul mercato non sono solo le preferite per l’alimentazione umana e animale – mais e soia – ma toccano anche colture destinate ad altri settori industriali, come il tessile nel caso del cotone. Vari sono gli studi che hanno valutato l’impatto economico dell’adozione di soia resistente agli erbicidi, o di mais e cotone che, grazie alle modifiche genetiche apportate, hanno sviluppato resistenza agli insetti più nocivi per loro. Nonostante ciò, i vantaggi effettivi portati agli agricoltori o ai consumatori devono essere valutati caso per caso, a seconda del singolo contesto. L’impatto di una soia resistente agli erbicidi sulle tasche degli agricoltori dipende fortemente dall’accessibilità al mercato dei prodotti di protezione delle colture, in quanto l’erbicida a cui una coltura gm è resistente viene venduto insieme alla semente.
L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 16-19.
1 Risposta
[…] sull’obbligo vaccinale, o meno recentemente (ma non per questo meno attuale) in quello riguardante gli OGM. L’Italia sembra essere culla di una sottocultura dalla matrice profondamente […]