Scuola, studenti, docenti e personale Ata scioperano contro il ministero dell’Istruzione

Il 29 novembre 2024, l’Italia è stata teatro di uno sciopero generale che ha coinvolto numerosi settori, tra cui la scuola. Indetto da CGIL e UIL, con l’adesione di vari sindacati di base e l’assenza della CISL, la mobilitazione ha visto manifestazioni in tutto il Paese, con una partecipazione significativa di docenti e studenti.
Le motivazioni alla base dello sciopero sono molteplici. In primo luogo, la crescente insostenibilità della situazione economica per chi vive del proprio stipendio. Il recente rinnovo contrattuale ha previsto un aumento del 5,78%, a fronte di un’inflazione che ha raggiunto il 18%, determinando una perdita significativa del potere d’acquisto per i lavoratori. Questo squilibrio si traduce, di fatto, in una decurtazione di due mensilità annue. Le grafiche diffuse dai sindacati illustrano chiaramente il crollo del potere d’acquisto dei salari negli ultimi anni.
Nel settore dell’istruzione, le criticità sono particolarmente accentuate. I docenti lamentano salari insufficienti, ulteriormente erosi dall’inflazione, e denunciano tagli continui all’istruzione che compromettono la qualità dell’insegnamento e le opportunità per gli studenti. A ciò si aggiunge una percezione di repressione della libertà di espressione, con episodi che hanno sollevato preoccupazioni tra la comunità scolastica.
Un esempio emblematico è rappresentato dal Liceo Scientifico Plinio Seniore di Roma. Docenti e studenti dell’istituto hanno preso parte allo sciopero, uniti nella lotta per far sentire la loro voce su diverse questioni: salari inadeguati, tagli all’istruzione, repressione della libertà di espressione e aumento delle spese militari. Inoltre, hanno richiesto il riconoscimento del massacro dei palestinesi come genocidio. La mobilitazione si inserisce in un contesto di tensioni all’interno dell’istituto, culminate nell’occupazione della scuola il 22 novembre 2024. Gli studenti hanno denunciato in un comunicato la censura nei loro confronti riguardo a manifestazioni pro-Palestina, evidenziando un clima di repressione della libertà di espressione da loro percepito.

Le proteste del Liceo Plinio non sono un caso isolato. In tutta Italia, numerosi istituti scolastici hanno visto mobilitazioni simili. A Milano, ad esempio, diversi licei sono stati occupati dagli studenti in segno di protesta contro le politiche educative e le condizioni strutturali delle scuole. Il Liceo Classico Parini ha concluso un’occupazione iniziata con momenti di tensione tra preside e studenti, mentre altri istituti come il Severi Correnti e il Virgilio hanno vissuto situazioni analoghe.
Le manifestazioni del 29 novembre hanno avuto un impatto significativo anche sui servizi pubblici. A Milano, lo sciopero ha causato la cancellazione di voli, interruzioni nei servizi di autobus e metropolitane, la chiusura di alcune scuole e una riduzione delle prestazioni sanitarie. Il governo Meloni ha approvato una manovra finanziaria che prevede tagli alla spesa pubblica, suscitando l’opposizione dei sindacati. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha sottolineato l’alta partecipazione allo sciopero, evidenziando la necessità di preservare la spesa per la sicurezza sociale, i servizi pubblici e gli investimenti.