Passeggiando per Parigi con le storie di Stefano Montefiori
Il titolo Parigi è sempre Parigi (Solferino 2024) di Stefano Montefiori si ispira all’omonimo film con Aldo Fabrizi e Marcello Mastroianni. In questo volume l’autore descrive un mosaico di storie, strade, persone e personaggi della capitale francese. Una guida arbitraria, la definisce. Un racconto della città e della società francese attraverso luoghi talvolta segnalati nei percorsi turistici e più spesso assenti. Montefiori vive a Parigi da anni come corrispondente del Corriere della Sera e nel libro descrive le ossessioni di un popolo attratto dal progresso, ma affascinato dalla tradizione. Arricchisce l’immaginario con l’aiuto delle mappe dei vari arrondissement della capitale, due milioni di abitanti – sette considerando tutta l’area della grande Paris. Si parte dal Château, cioè dall’Eliseo. Dove Charles De Gaulle inaugurò la Quinta Repubblica e vi concentrò un potere incomparabile rispetto a qualsiasi altra democrazia occidentale.
Qualche parola sui presidenti recenti. Sconfiggendo Nicolas Sarkozy, accusato di essere un “iperpresidente” arrogante, François Hollande ha cercato di essere un “presidente normale”, avvicinandosi agli elettori e auto-rappresentandosi come uno di loro. Ma quel che non si perdona a Hollande è l’essersi fatto sorprendere a sgattaiolare mentre andava a trovare la sua fidanzata di allora, Julie Gayet. I francesi sono affezionati alla postura da monarca repubblicano, scrive Montefiori. Eppure, lo detestano. Si pensi a Emmanuel Macron, che ha subito abbandonato lo stile “presidente normale” e ha ridato all’Eliseo il “lustro del monarca”, di un’autoproclamata divinità – il presidente Jupiter. Montefiori parla anche di cucina e sport, letteratura e società. Un intero capitolo è dedicato al famoso bouillon Chartier, dove si possono gustare piatti tradizionali come l’œuf mayo, il bœuf bourguignon, la tête de veau e il confit de canard.
Tra le ossessioni dei francesi c’è la creazione di acronimi come HGGSP (histoire-géographie, géopolitique et sciences politiques). Alcune parole sul Trocadéro, o Troca, così chiamato dal 1877, in omaggio all’isola spagnola di fronte a Cadice, che sostituì il nome di piazza del re di Roma. L’autore ci porta poi nella parte occidentale di Parigi, la zona più ricca, borghese e perfettina, con uno sguardo nostalgico rivolto verso Versailles. Diversi paragrafi sono dedicati alla musica. Da Aya Nakamura ai classici Édith Piaf, Charles Aznavour, Charles Trenet e Serge Gainsbourg. Poi un tuffo negli arrondissement moderni con Michel Houellebecq, celebrato a livello mondiale per la sua capacità di raccontare la società contemporanea, con un acume che lo ha reso quasi profeta. Il termine “houellebecquien” è di uso comune in Francia, sdoganato pure da Alain Finkielkraut, uno dei quaranta Immortali.
C’è poi un capitolo sulle catacombe. La “Parigi di sopra” è stata costruita grazie alla “Parigi di sotto”. Gli scavi per edificare la capitale hanno comportato trecento chilometri di gallerie. Una piccola parte delle quali è stata riempita con le ossa, ma il novantanove per cento dei cunicoli rimane chiuso e inaccessibile al pubblico. Si trovano in Place Denfert-Rochereau, vicino all’atelier di Alberto Giacometti e alla residenza di Simone de Beauvoir. Montefiori ricorda che Parigi è forse l’unica città al mondo dove entrare in un club per scambisti può essere un rituale borghese, come un pomeriggio al salon de thè. Il club più famoso è Les Chandelles (1 rue Thérèse), vicino alla Bibliothèque Nationale e al ristorante Le Grand Colbert. La severa selezione all’ingresso è una delle critiche principali al locale, ma anche un elemento del suo successo.
La storia del liceo Henri IV, molto selettivo, ma che dà accesso alle grandes écoles – ai suoi tempi, un giovanissimo Macron frequentò questo liceo e scrisse un romanzo ambientato nell’epoca precolombiana, ancora oggi nel cassetto. Nel volume di Montefiori non mancano episodi poco noti al pubblico italiano. Ad esempio, nell’ottobre 1980 Coluche, figlio di un immigrato di Frosinone, fu cacciato da radio Europe 1 per gli attacchi al presidente Valéry Giscard d’Estaing coinvolto nello scandalo dei diamanti. In Nadja, André Breton ha dedicato all’amour fou che lo legò per nove giorni a Léona Delcourt. Gli incontri con Catherine Deneuve ed Emmanuel Carrère, la casa di Gainsbourg e i suoi murales, la storia del Paris Saint-Germain, Montparnasse e le vicende di Fernand Léger e Amedeo Modigliani, l’Esplanade des Invalides … Parigi è una passeggiata infinita. E non basta un libro per raccontarla.