Massolo: l’Occidente riscopra la Realpolitik

In Realpolitik (Solferino 2024) Giampiero Massolo, con Francesco Bechis, ripercorre il disordine mondiale attuale basandosi sulla necessità di tornare al concetto di Realpolitik in materia di politica estera. Al centro del volume, energia e sicurezza. «Vogliamo contare, ma senza assumerci responsabilità», esordisce Massolo riferendosi all’Italia – che non compare molto nel libro. Ma «metterci la faccia quel tanto che basta». L’Europa di oggi stenta ad affermarsi in un condominio tra Stati Uniti e Cina, nell’epoca della frammentazione e dell’incertezza. «Il metodo multilaterale non è più visto come il toccasana per risolvere le crisi e i conflitti». Difatti, «nel grande gioco non basta più puntare su una sola carta: l’ideologia, l’etica, le armi, i diritti umani. Bisogna saperle usare tutte insieme. Serve allora una bussola: si chiama interesse nazionale». Massolo rispolvera la vecchia Realpolitik, per cui l’interesse della nazione è il centro di tutto.
Un interesse che però non crei danno alla collettività. L’autore è chiaro sulla diagnosi delle debolezze occidentali. La protezione degli Stati Uniti in NATO ed Europa non è più garantita senza condizioni. Occorre che i paesi membri si conquistino il loro posto nel mondo, accettando di assumersi delle responsabilità. Ma «scegliere il burro evitando per quanto possibile i cannoni […] non basta più». La sicurezza è la parola chiave della Realpolitik. A lungo ci siamo illusi di poterla trascurare. Oggi, il criterio della sicurezza prevale su quello della convenienza, spiega Massolo. Assistiamo ai tentativi di potenze rivali come Cina e Russia di influenzare i meccanismi decisionali degli Stati europei. Per confermare l’idea che sia necessario tornare alla Realpolitik dura e semplice, occorre, secondo l’autore, abbandonare una visione buonista della politica estera. Sulla Cina: «non vuole destabilizzare l’attuale ordine mondiale, ma sostituirlo con un ordine alternativo di cui si immagina egemone».
D’altra parte, alla Russia questa egemonia è e resterà preclusa. Giacché Mosca prospera nel disordine attuale. Massolo sostiene che, per l’Italia, la scelta occidentale non ha alternative: siamo con l’Europa, gli Stati Uniti e la NATO. L’ambiguità ha un prezzo alto. Con gli alleati si può essere in disaccordo su singole questioni, ma si devono condividere i valori fondamentali. Di converso, con i concorrenti si possono condividere iniziative specifiche, ma i principi rimangono diversi. «Oggi anche noi in quanto individui siamo parte del sistema della sicurezza nazionale […]. Tutti fanno parte, con i loro comportamenti responsabili, di un insieme unitario di sicurezza partecipata e collettiva, una vera e propria architettura nazionale, in perenne evoluzione e che ingloba soggetti sempre diversi». Il caos che potrebbe travolgere l’ordine internazionale va di pari passo con l’evoluzione continua delle minacce, obbligando gli apparati di sicurezza a migliorarsi costantemente.
Oggi le minacce sono diventate immateriali e intangibili. Attacchi hacker, operazioni ostili sui mercati finanziari, penetrazione degli asset strategici e l’uso dell’AI. Ma anche la variegata galassia jihadista e la persistente radicalizzazione. Dal canto suo, in mancanza di risorse economiche a causa dell’economia di guerra, la Russia è costretta a scelte opportunistiche che favoriscono il caos, dove prospera. Sa di essere fuori dai giochi che vedono la leadership globale contesa tra Stati Uniti e Cina. Washington, attuale egemone, preferisce la dissuasione allo scontro diretto. Tuttavia, nessuno sa se il conflitto resterà solo sul piano tecnologico, industriale, finanziario e delle materie prime. E nessuno sarebbe al sicuro da un’eventuale deflagrazione. La deterrenza si manifesta in diverse forme: economica, attraverso sanzioni commerciali e spionaggio industriale; diplomatica, mediante alleanze e reti di contenimento; e militare, con il dispiegamento di navi, aerei e basi.
Spiega Massolo: «La Cina non si riconosce nell’ordine liberale, eppure non pensa che sovvertirlo all’improvviso corrisponda al suo interesse nazionale. Non prospera, al contrario della Russia, su instabilità e vuoti di potere. Lavora sui tempi lunghi». Il decoupling (il divorzio tra l’economia americana e quella cinese) resta un’illusione. E va distinto dal de-risking (mitigare i rischi, ridurre le dipendenze). Taiwan resta un cruccio notevole basata su diversi scenari possibili: blocco totale, riunificazione pacifica, invasione graduale o invasione completa. Cosa faranno gli Stati Uniti in caso di invasione? Difenderanno l’isola? O la sosterranno come fanno con l’Ucraina. D’altra parte, i dubbi attanagliano anche il Partito Comunista: che non usa le armi da decenni e non si fida. Attorno alla questione Taiwan, l’operazione cordone sanitario americano è evidente. Qui e altrove, Pechino ha tentato di rompere l’accerchiamento tramite alleanze a geometria variabile, utili a scardinare la morsa americana.
L’Occidente non sempre ha dimostrato il meglio di sé: la disastrosa ritirata dall’Afghanistan e il ritardo nel fornire vaccini anti-Covid ai Paesi meno prosperi hanno proiettato un’immagine di debolezza ed egoismo. I calcoli errati dell’Occidente, che si ritira dal Global South e resta solo spettatore, sono un capitolo del libro di Massolo. Che ne dedica un altro ai “guastefeste” minori: la Corea del Nord, l’Iran degli ayatollah, la Turchia. Tutti, come la Russia, prosperano sull’instabilità. Oggi «Si ha così spesso l’impressione che l’Europa non ci sia, almeno non come soggetto autonomo». E l’Europa? Rimane ostaggio di meccanismi fuori tempo, come le decisioni all’unanimità – e il senso di colpa storica dell’uomo bianco. È necessario, conclude l’autore, rafforzare la difesa europea per garantire una deterrenza ragionevole ai nostri confini e migliorare la cooperazione transatlantica. Un’Europa credibile e capace di collaborare più efficacemente con la NATO.