«Salviamo la sanità pubblica»: la mobilitazione dei medici del SSN

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Giovedì 15 giugno 2023, in tutte le piazze delle maggiori città italiane, il mondo della sanità pubblica si è unito a quello dei pazienti e dei cittadini per manifestare il dissenso verso una sanità che non garantisce le condizioni di lavoro necessarie per curare e non garantisce le risposte necessarie ai bisogni di cura dei pazienti.

Per la prima volta nella storia, cittadini, pazienti, medici e sanitari sono stati chiamati a unirsi, perché la sanità non riguarda direttamente solo i professionisti che vi lavorano. Spesso chi ha bisogno si rivolge alla sanità pubblica, non trovando le risposte di cura che si aspetta o di cui ha bisogno. Questo significa che il problema che i sindacati della Dirigenza Medica e Sanitaria denunciano oramai da anni si è trasformato in un problema sociale e non più solo professionale.

Tutti sembrano dare per scontato che la sanità debba essere pubblica, ma non è più così. La ragione per cui la sanità deve rimanere pubblica è nella capacità dello Stato di investire le proprie risorse per garantire aiuto ai singoli, lontano da questioni economiche e di guadagno che governano inevitabilmente la sanità privata.

Leggi anche: Sanità pubblica, tsunami di gente in piazza: l’intervista a Chiara D’Ambros e Massimo Cirri.

Enti della sanità, associazioni di volontariato e organizzazioni sindacali sono scese in piazza insieme, a dimostrazione che la battaglia in difesa della sanità pubblica non è solo una battaglia professionale. Medici, veterinari, dirigenti sanitari, infermieri, associazioni di cittadini e pazienti e sindacati di categoria si sono mobilitati insieme in difesa del Sistema Sanitario Nazionale per sollecitare la politica a prendere contezza dell’urgenza che abbiamo di salvare il servizio sanitario pubblico e universale, così come declinato nella nostra Costituzione:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Articolo 32

Da sempre, e a maggior ragione oggi, l’investimento in sanità è imprescindibile, pena il crollo del sistema sociale. Di questo passo, il futuro sarà quello di una sanità per i pochi che se lo potranno permettere. A questo link il commentato di Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica.

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