Tamam Shud, il mistero dell’uomo di Somerton – SinisterWise
Nella stessa rubrica:
Robert Cornish – John Wayne Gacy – Aokigahara – Leonarda Cianciulli – Passo Djatlov – Ed Gein – Anna Ecklund – Armin Meiwes – Albert Fish – Contessa Bàthory – Jim Jones
Oggi si chiude SinisterWise, la nostra rubrica a tema mistero e personaggi sinistri. Per l’occasione, abbiamo scelto il mistero dell’uomo di Somerton, anche conosciuto come il caso Tamam Shud. Il nome deriva da una pagina delle poesie persiane Rubʿayyāt di ʿUmar Khayyām, ritrovato in una tasca dei pantaloni dell’uomo. Le parole Tamam Shud significano finito, concluso. Proprio come la nostra rubrica.
Il ritrovamento del corpo
Il cadavere di un misterioso uomo venne rinvenuto la mattina del 1 dicembre 1948, lungo la spiaggia di Somerton, nello Stato dell’Australia Meridionale. Esso era corpo era disteso sulla sabbia e presentava una sigaretta intera dietro l’orecchio e un’altra sigaretta, fumata a metà, caduta sul colletto del cappotto. Secondo i medici, l’uomo sembrava avere tratti britannici, con un’età compresa tra i quaranta e i quarantacinque anni, in condizioni fisiche perfette. Era vestito con abiti eleganti, privi di qualunque etichetta, e non era presente il portafoglio con i documenti. Privo di segni distintivi, la polizia pensò subito a un suicidio.
La mattina del 2 dicembre il caso venne trattato dal The Advertiser, un giornale locale di Adelaide. Il 4 dicembre la polizia dichiarò che le impronte digitali dell’uomo non erano nei registri dell’Australia Meridionale e le indagini dovevano essere estese fuori dai confini statali. Ad oggi, il caso non è ancora stato risolto, dopo ben oltre duecentocinquanta segnalazioni alla polizia da parte dei cittadini.
La valigia marrone
Il caso vide una svolta il 14 gennaio 1949, quando il personale di servizio ritrovò una valigia marrone alla stazione di Adelaide. All’interno, tra le varie cose, vi era un rocchetto di filo arancione della ditta Barbour, non in commercio in Australia. Lo stesso utilizzato per riparare la fodera di una tasca dei pantaloni del misterioso uomo di Somerton.
Intanto proseguiva l’inchiesta del coroner Thomas Erskine Cleland. Nonostante gli indizi, egli non fu in grado di determinare la causa di morte dell’uomo di Somerton. Si arrivò anche a ipotizzare che l’uomo fosse morte altrove e poi portato nel luogo, non essendoci testimoni credibili sull’accaduto e sul ritrovamento.
Tamam Shud e le Rubʿayyāt
Nello stesso periodo, fu rinvenuto un piccolo pezzo di carta in una tasca nascosta dei pantaloni dell’uomo. Esso riportava la scritta Tamam Shud e proveniva dalle Rubʿayyāt, un’opera di ʿUmar Khayyām. Queste parole significano finito, concluso. La trama dell’opera letteraria portò la polizia a credere che l’uomo si fosse avvelenato, ma l’autopsia aveva già smentito questa ipotesi.
La sepoltura dell’uomo di Somerton avvenne il 14 giugno 1949. Dopo il rito, la tomba del misterioso uomo cominciò a essere ricoperta di fiori, e la polizia interrogò una donna sorpresa a lasciare omaggi sulla lapide. Chiaramente, ella disse di non sapere chi fosse l’uomo sepolto.
Sviluppi recenti
La polizia dell’Australia Meridionale considera il caso ancora aperto e il calco in gesso che contiene anche alcuni capelli dell’uomo è ancora conservato. Tuttavia, molte delle restanti prove, tra cui il corpo imbalsamato in formaldeide del misterioso uomo e la valigia, si sono deteriorate con il tempo.
Nel marzo 2009 l’Università di Adelaide ha cercato di riprendere in mano il caso, ma la copia delle Rubʿayyāt (che era stata ritrovata in un’automobile) coinvolta nel caso è andata perduta e i resoconti delle autopsie non esistono più.
Con il caso di Tamam Shud si chiude SinisterWise e si chiude anche il 2022. A tutti voi i migliori auguri dalla redazione di theWise Magazine!