Pensieri indomiti sull’uguaglianza: il Giardino del Baobab di Reggio Emilia

il giardino del baobab
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“Indomiti” è la parola con cui un gruppo di adolescenti e giovani adulti ha scelto di identificarsi per dare vita a un progetto editoriale. Non domati, arresi né sconfitti ma capaci di non cedere alle avversità e sempre pronti ad alzarsi e a ripartire. Questi sono i ragazzi e le ragazze del Giardino del Baobab di Reggio Emilia.

Gli Indomiti sono potenti, profondi, brillanti e a volte taglienti. Sanno essere divertenti, ironici e soprattutto autoironici. Ciascuno possiede una propria cifra stilistica, eppure tutti sono accomunati dalla stessa caratteristica: aprire un varco nelle nostre menti. Accanto alla parola “Indomiti” si legge “Pensieri differenti”. È proprio così: si tratta di pensieri differenti espressi in modo differente. Una scrittura sintetica, ma efficace ed evocativa. Le parole di chi non ha voce sono a lungo meditate e custodite, e sono impresse sulla carta tramite la comunicazione facilitata alfabetica (Cfa).

Pensieri Indomiti.

Il Giardino del Baobab di Reggio Emilia nasce nel 2011 dal desiderio di promuovere la cultura dell’unicità della persona e della differenza come risorsa. Si propone di dare voce e riconoscimento al pensiero ricco e profondo di chi, finora, era stato costretto al silenzio a causa di un linguaggio verbale assente o carente. Si propone il corretto utilizzo e la diffusione della Cfa ed è parte dell’Associazione Nazionale Vi Comunico Che Penso, promotrice dal 2016, con la Nottingham Trent University in Inghilterra, della ricerca per la validazione scientifica del metodo.

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La persona al centro

“Indomiti” è un progetto editoriale nato nel 2016 all’interno dell’associazione Il Giardino del Baobab di Reggio Emilia e si occupa in particolare di progettazione culturale per consentire a ragazzi diversamente abili, con difficoltà o privazione del linguaggio orale, di esprimersi attraverso la scrittura mediante il supporto della Cfa. Grazie a questo progetto, i ragazzi scrivono e pubblicano libri individuali e collettivi, la rivista PuntoZero, partecipano a concorsi internazionali di poesia.

Indomiti” mette al centro il contributo e il ruolo delle persone con difficoltà per offrire una prospettiva nuova. Il progetto vuole proporre un pensiero differente, per ribaltare il punto di vista di chiunque incontri, valorizzando l’unicità di ciascuno: «Ognuno ha la sua verità: è questione di angolazione».

La comunicazione facilitata alfabetica

La Cfa è una tecnica che si colloca all’interno delle strategie aumentative e alternative di comunicazione, cioè di quelle forme di comunicazione che sostituiscono, integrano o aumentano il linguaggio verbale orale, quando questo sia assente, non funzionale o molto carente. Tale tecnica consente a persone affette da patologie varie di poter comunicare in modo efficace mediante l’uso di tastiere alfabetiche. Questa metodologia è indirizzata a quelle persone che per diversi motivi non sono in grado di eseguire movimenti volontari e finalizzati, anche molto semplici, o che hanno difficoltà nel programmare, iniziare, monitorare e condurre un movimento, come scrivere una parola.

La Cfa consente lo sviluppo di abilità comunicative attraverso la digitazione delle lettere sulla tastiera, con il sostegno di un partner o facilitatore, che fornisce al soggetto facilitato un supporto fisico, cioè un aiuto nello stabilizzare il braccio o nell’isolare il dito, che permette di attivare e modulare il movimento del braccio.

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Marco Capriglio

Nato nel 1996 a Scandiano (RE), terra di Lazzaro Spallanzani e dell'Orlando Innamorato, sono docente di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado. Ex vicepresidente della casa editrice theWise APS che pubblica il mensile PRISMAG, mi divido tra il mondo della disabilità e quello della storia locale, soprattutto in ambito militare: ho l'onore di aver pubblicato, tra i vari, per il "Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri". Nel tempo libero sono addetto stampa dell'Associazione Nazionale Carabinieri Sez. Scandiano e faccio parte del Comitato di redazione de "L'Alpino Modenese", periodico della Sezione Alpini di Modena. Ho una seconda identità di batterista punk rock. Sono un fermo sostenitore della Repubblica, delle sue Istituzioni democratiche e del dialogo fra i Popoli.