Principi attivi dei farmaci: come funzionano? – parte seconda

principi attivi
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In questo articolo continuiamo a vedere come funzionano i principali principi attivi dei farmaci che assumiamo comunemente, suddivisi per classi farmaceutiche. Ricordiamo sempre: le informazioni riportate di seguito non sono esaustive e non sostituiscono il consiglio del medico.

Leggi anche: Principi attivi dei farmaci: come funzionano? – parte prima.

Antibiotici

Gli antibiotici sono farmaci impiegati per contrastare lo sviluppo di batteri patogeni. Il loro utilizzo deve avvenire esclusivamente dietro prescrizione del medico. Oggi si sente molto parlare di antibiotico-resistenza. Si tratta di un fenomeno conseguente all’evoluzione repentina e continua dei batteri. Tale evoluzione è guidata in primis dall’utilizzo degli antibiotici stessi. I batteri resistenti all’antibiotico in utilizzo originano un ceppo resistente che si diffonderà sempre di più. Affinché i fenomeni di resistenza si riducano al minimo, è essenziale seguire posologia e durata del trattamento, così come indicato dal proprio medico.

La maggior parte degli antibiotici è per il solo utilizzo ospedaliero. Nonostante ciò, vi sono diversi principi attivi acquistabili in farmacia. Fra questi ricordiamo le penicilline (amoxicillina più acido clavulanico) utilizzate ad esempio per trattare le “placche” da streptococco, le cefalosporine per le infezioni urinarie e gli aminoglicosidi, come la tobramicina, per le infezioni oftalmiche da Pseudomonas.

Antivirali

I farmaci antivirali disponibili in commercio servono a curare i virus influenzali, erpetici, epatici, HIV e poxvirus. I concetti di base si sovrappongono a quelli descritti per gli antibiotici. L’utilizzo deve sempre essere consapevole e dietro prescrizione. L’utilizzo di questi farmaci è molto più limitato. In primis le molecole disponibili in commercio sono meno; in secondo luogo il virus ha un atteggiamento biologico differente rispetto al batterio.

I virus penetrano le cellule distruggendole, motivo per cui hanno un effetto rapido ma breve nel tempo. Spesso, infatti, ci si accorge del sintomo quando non ha già più senso assumere il farmaco, come succede per il virus intestinale che dura al massimo qualche giorno. L’antivirale che più comunemente può capitare di usare è l’aciclovir, impiegato per l’herpes labiale e genitale.

Foto: Pixabay.

Antistaminici

Gli antistaminici sono farmaci utilizzati per prevenire le reazioni allergiche. L’utilizzo avviene in genere per lunghi periodi o quando è più frequente l’allergene. Si pensi ad esempio alle allergie primaverili ai pollini, che rendono necessario l’uso di questi farmaci. Gli antistaminici di vecchia generazione avevano come principale effetto indesiderato la sonnolenza. Oggi sono presenti in commercio molecole che non superano la barriera emato-encefalica, ossia non raggiungono l’encefalo, rendendo minimo il suddetto effetto indesiderato.

I farmaci in questione agiscono impendendo ad alcune cellule del sangue, nello specifico i mastociti, il rilascio di sostanze in grado di provocare infiammazione. Infatti, a causa dell’infiammazione, si percepiscono naso chiuso, prurito agli occhi e alla cute, oltre che a sintomi più gravi come difficoltà respiratoria.

Antiemetici

Il farmaco antiemetico è impiegato per inibire il vomito. Il primo aspetto da considerare è che il vomito è spesso una forma di difesa dell’organismo. Si pensi ad esempio al vomito conseguente a una “notte brava” ad alto tasso alcolico. Non sempre è consigliabile fermare il vomito. Da ricordare è poi il vomito da chinetosi, ossia quello provocato dal mal d’auto, che non ha nessun elemento protettivo.

Occorre utilizzare molecole differenti a seconda dell’origine della nausea. Nel caso descritto in precedenza si può utilizzare il dimenidrinato. Altra molecola di comune impiego in causa di nausea di altra origine è la metoclopramide, disponibile in varie formulazioni.

Antitussigeni

La tosse è un meccanismo di difesa dell’organismo, necessaria per eliminare secrezioni che occludono le vie aeree. La tosse grassa non andrebbe mai stoppata: piuttosto andrebbero fatti aerosol al fine di fluidificare le secrezioni e ridurre l’infiammazione. Di comune impiego in questo senso troviamo la soluzione fisiologica, che di per sé idrata le vie aeree, a cui si possono aggiungere cortisonici come la budesonide.

La tosse secca, molto più fastidiosa, si può ridurre attraverso l’utilizzo di farmaci da banco, senza prescrizione, come il destrometorfano, oppure con farmaci prescritti, come la codeina.

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Enrico Trinelli

Laureato in Medicina Veterinaria presso l'Università di Parma, sono iscritto all'albo ed esercito come libero professionista in provincia di Reggio Emilia.