Quando l’heavy metal incontra la storia: gli Iron Maiden e la WW2
Di seguito, presentiamo una selezione dei loro brani ispirati a vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, raccontate in chiave heavy metal.
Aces High: la battaglia d’ Inghilterra
Il brano, che apre l’album Powerslave del 1984, narra dei bombardamenti su Londra, avvenuti durante la cosiddetta “battaglia d’Inghilterra”. Il punto di vista è quello di un pilota dell’aviazione inglese a bordo del suo Spitfire mentre affronta i Messerschmitth Bf 109, che «ad ore 8 si avvicinano da dietro». Il singolo è uno dei cavalli di battaglia della band: da ricordare è l’album live Flight 666, che si apre con il celebre discorso dell’allora Primo Ministro Winston Curchill, We shall fight on the beaches, seguito proprio da Aces High. Di seguito si riporta la traduzione del discorso:
Andremo avanti fino alla fine. Dovremo combattere in Francia. Dovremo combattere sui mari e sugli oceani. Dovremo combattere con coraggiosa fiducia e grande forza nei cieli. Dovremo difendere la nostra Isola a qualunque costo. Dovremo combattere sulle spiagge. Dovremo combattere sui luoghi di atterraggio. Dovremo combattere nei campi e lungo le strade. Dovremo combattere sulle colline. Non ci dovremo mai arrendere!
Il 10 luglio 1940 la Luftwaffe inizia una serie di strategiche incursioni aeree contro le difese costiere, i porti e le industrie di armamenti inglesi. Lo scopo nazista è quello di prendere il controllo dei cieli prima di invadere la Gran Bretagna con un gigantesco sbarco navale, denominato in codice operazione Leone Marino (Seelöwe). Con un repentino cambio di ordini da parte di Hitler, le incursioni aeree da strategiche diventano terroristiche: al fine di indebolire il nemico britannico e costringerlo alla resa, si bombardano le città e si colpisce direttamente la popolazione civile. Tristemente passato alla storia è il bombardamento di Coventry, avvenuto nella notte fra il 14 e il 15 novembre 1940, che lascia la cittadina quasi totalmente distrutta e in fiamme. La Royal Air Force, non essendo più direttamente nel mirino della furia nazista, riesce a riorganizzarsi grazie anche a nuovi mezzi tecnologici come lo Spitfire, che determineranno l’insuccesso del piano tedesco. Dopo circa quattro mesi, Hitler deciderà di rinviare l’operazione Leone Marino a tempo indeterminato.
The Longest Day: lo sbarco in Normandia
Il brano, contenuto nell’album A Matter of Life and Death del 2006, narra dello sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno 1944, passato alla storia come D-Day. Esso è uno degli eventi più ricordati e simbolici del secondo conflitto mondiale, grazie anche a Hollywood. A questo proposito si possono ricordare il film del 1998 Salvate il soldato Ryan, diretto da Steven Spielberg e il film del 2018 Overlord, diretto da Julius Avery. Nel brano, il punto di vista è quello dei soldati, che avanzano strisciando «con solo la paura al loro fianco», e pregano Dio di sopravvivere al «giorno più lungo». Quest’ultima espressione appartiene al Generalfeldmarschall Erwin Rommel: «Le prime ventiquattr’ore dell’invasione saranno decisive: per gli alleati, come per la Germania, quello sarà il giorno più lungo». Dal brano si può evincere una critica verso una guerra che ormai non appartiene più a chi la sta combattendo: «Anime disgraziate vomitano, tremando dalla paura di prendere un proiettile a causa di coloro che li hanno spediti là». Il 6 giugno 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia, dando inizio alla liberazione dell’Europa dall’occupazione nazifascista e aprendo un secondo fronte a nord, dopo l’occupazione del sud Italia dell’anno precedente.
L’evento è passato alla storia come D-Day, termine genericamente usato dagli inglesi per indicare l’inizio di una missione: in realtà il suo nome segreto era Operazione Neptune, all’interno della più ampia Operazione Overlord. Sotto il comando del generale Dwight D. Eisenhower, conosciuto con il nomignolo di Ike, e del generale Bernard L. Montgomery, sulle coste della Normandia sbarcano 130.000 soldati alleati, con oltre seimila navi, cinquemila aerei e duemila carri armati. Le perdite sono stimate a diecimila uomini, sia per gli Alleati che per i tedeschi. La missione raggiunge i suoi obiettivi solo nelle settimane successive, ma fin da subito viene descritta alla radio come una grande vittoria, dando slancio alla Resistenza. Il culmine dell’avanzata alleata si raggiungerà il 24 agosto 1944, quando il generale Charles De Gaulle entrerà a Parigi.
Brighter than a Thousand Suns: Il Progetto Manhattan
Il brano, sempre contenuto nell’album A Matter of Life and Death del 2006, narra del Progetto Manhattan, un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare, che ha portato alla creazione delle prime bombe atomiche ed è stato realizzato tra il 1942 e il 1946. Il brano si presenta come una critica all’utilizzo sconsiderato della scienza, che non rimane neutrale, e ha ricadute pericolose per la collettività. Gli Iron Maiden si rivolgono così agli scienziati: «Seppellite le vostre morali e i vostri morti, seppellite le vostre teste nella sabbia». La band inglese racconta del «seme atomico» che si spezza, e diventa «più luminoso di mille soli», riferimento al processo di fissione nucleare, su cui si basa il funzionamento della bomba atomica. Nel brano si fa poi riferimento a Robert, Robert Oppenheimer, uno di principali collaboratori del Progetto Manhattan, insieme ad Enrico Fermi.
Nel 1942 il governo americano sviluppa il Progetto Manhattan per creare laboratori in grado di produrre un’arma atomica prima dei nazisti. Il progetto, assolutamente segreto, viene gestito dal distretto dell’American Corps di Manhattan e New York: i centri e i laboratori di ricerca vengono costruiti in sobborghi isolati e arrivano a ospitare circa 125.000 scienziati con le loro famiglie. Tra questi vi sono fisici di alto livello, come Leo Szilard, Robert Oppenheimer e l’italiano Enrico Fermi, che aveva trovato rifugio negli Stati Uniti, poiché di origine ebraica.
Dopo una prova generale in New Mexico, il 6 e il 9 agosto 1945 vengono distrutte dalle bombe atomiche le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, con conseguenze disastrose. Gli esiti del Progetto Manhattan non verranno accolti positivamente da tutti gli scienziati che vi hanno partecipato: lo stesso Oppenheimer, in seguito al bombardamento del Giappone, dichiarerà: «I fisici hanno conosciuto il peccato».
2 Minutes to Midnight: l’Orologio dell’Apocalisse
Il brano, estratto dall’album Powerslave del 1984, informa dell’esistenza dell’Orologio dell’Apocalisse, un orologio simbolico creato a Chicago nel 1947. La mezzanotte di tale orologio segnerebbe una guerra atomica devastante, con conseguente fine del mondo. La band britannica denuncia la corsa sfrenata agli armamenti e «le mani che minacciano distruzione», affermando che «milioni di persone muoiono di fame per creare un’arma migliore». Nel brano si fa poi riferimento alla «festa» di Belsen, cioè il campo di concentramento di Bergen-Belsen, situato nella bassa Sassonia, per il quale transitò anche Anna Frank.
L’Orologio dell’Apocalisse è stato ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientist dell’Università di Chicago. Durante la Guerra Fredda la mezzanotte rappresentava lo spettro di una guerra atomica, mentre a partire dagli ultimi anni, è arrivato a includere i cambiamenti climatici.
Nel passato la massima vicinanza alla mezzanotte, i due minuti di cui parla il brano, si è avuta nel 1953, quando è stata sviluppata la bomba all’idrogeno, prima da parte degli USA e nove mesi dopo dall’URSS. Lo stesso picco si è registrato nel 2018, anno in cui le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord sono cresciute e sono diventate più gravose le problematiche relative al cambiamento climatico. Invece, il momento in cui le lancette sono state più lontane dalla mezzanotte si è verificato nel 1991, anno in cui è caduta ufficialmente l’URSS ed è finita la Guerra Fredda: mancavano diciassette minuti. Oggi, nel 2020, il riarmo nucleare e le mancate azioni concrete verso il contrasto del cambiamento climatico hanno fatto raggiungere un nuovo record. L’orologio segna le 23:58:20, mancano soltanto un minuto e quaranta secondi.
Si ringrazia Paola Panciroli per la parte storiografica.