Joaquin Sanchez, usato sicuro e garantito
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Joaquin, per sempre verdiblanco
Per chi segue più il calcio estero rispetto al nostro campionato, certamente Joaquin non è uno sconosciuto. Sembrava già un calciatore molto promettente fin dai primi tempi in cui militava nel Betis Siviglia. Diverse squadre si interessarono a lui nei primi anni di carriera, tra cui il Real Madrid e, apparentemente, il Manchester United. Il Betis Siviglia, però, dal canto suo applicava una politica abbastanza curiosa sulle clausole rescissorie: il lasciapassare per portare via Joaquin dall’Andalusia era di ben centoventi miliardi del vecchio conio. Alla fine ad accaparrarsi il cartellino del giovane betico è il Valencia, che lo compra per una cifra allora record e di cui al tempo ci saremmo meravigliati: venticinque milioni di euro. Giocherà a livelli altissimi con la squadra di Quique Sanchez Flores, cimentandosi stabilmente con altre formazioni tra Champions League e Coppa UEFA. Anche con il trasferimento a Malaga, Joaquin rimarrà stabilmente nei piani alti del calcio spagnolo, arrivando con il Malaga a un passo dalla semifinale della Champions League nella stagione 2012/2013. Segnò anche il gol del momentaneo 1-0, alimentando le speranze del Malaga di conquistare una storica qualificazione. Altri ricorderanno Joaquin per la sua esperienza italiana, in cui giocò per due anni alla prima Fiorentina di Vincenzo Montella. Verranno alla mente dolci ricordi ai tifosi gigliati, specialmente per quella partita rocambolesca tra Fiorentina e Juventus all’Artemio Franchi, finita 4-2 per i padroni di casa. Dopo i due gol di Giuseppe Rossi, è proprio Joaquin a ribaltare il risultato a favore dei viola, segnando il momentaneo 3-2 e approfittando del blackout della squadra bianconera nel secondo tempo.
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Dopo due anni a Firenze, Joaquin torna nella sua parte di Andalusia, quella dei verdiblancos del Betis Siviglia, diventando peraltro capitano della squadra. Oggi celebriamo il suo mito, quello di un calciatore che, pur non essendo un cecchino dell’area di rigore, ha sempre segnato gol decisivi. Questi tre realizzati all’Athletic Bilbao in appena venti minuti – tra l’altro – vanno a segnare la storia di un calciatore che, pur non avendo vinto grandi trofei, sa ancora dire la sua sul campo da gioco. Come detto in precedenza, la stagione 2019/2020 potrebbe essere – stando ai numeri parziali – la migliore della carriera di Joaquin. È il culmine di un percorso crescente, che ha quasi ringiovanito il calciatore. Dopo l’addio alla Fiorentina, l’età avanzata – trentaquattro anni appena compiuti – e il fatto che comunque il tempo passa per tutti, anche per i calciatori talentuosi, può far pensare che il ritorno a Siviglia potesse voler dire una stagione tranquilla per poi appendere gli scarpini al chiodo. Tutt’altro. Paradossalmente, Joaquin sta trovando molta più continuità nelle ultime stagioni giocate rispetto ad altri campionati precedenti. Se consideriamo, in una parità di presenze – circa centodieci tra Firenze e Malaga, centoquaranta circa alla seconda esperienza Betis Siviglia – i gol segnati, il risultato è circa il doppio delle segnature. Nelle squadre in cui ha giocato precedentemente, Joaquin ha segnato dieci gol dal 2011 al 2015.
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Una seconda giovinezza?
Dall’agosto dello stesso anno fino al giorno d’oggi, i gol sono venti. Trasformando il dato appena ottenuto in un parametro più comune, quello dei minuti per rete segnata, si denota subito come il picco massimo ottenuto tra Malaga e Fiorentina fosse un gol ogni 601′ giocati, mentre al Betis la media cala drasticamente, con una rapporto minuto-rete di 282′. Senza contare la media di quest’anno, che vede Joaquin a un rapporto reti per minuti di un gol segnato ogni 167′: numeri da attaccante vero, di ruolo e di razza. Tutto ciò, che – stando a quello che dice lo stesso calciatore – Joaquin non è. Parole sue, la critica deriva da lui stesso, che è una persona scherzosa oltre a essere un grande atleta, e ha affermato che ciò che ha fatto è irripetibile. In altre parole, non crede che segnerà mai più una tripletta, sebbene faccia percepire l’intenzione di voler continuare ancora a giocare. Si definisce un privilegiato e non sente il peso dei suoi anni. Normalmente, per un calciatore, trentanove anni possono voler dire la parola a una carriera professionistica, ma non per Joaquin. Il calciatore, sebbene sia in scadenza di contratto nel giugno del 2020, sembra avere altre intenzioni rispetto ad appendere gli scarpini al chiodo. Da diversi anni, infatti il capitano dei verdiblancos sta mostrando un grande rendimento anche realizzativo. Dal punto di vista degli assist è un calciatore indiscutibile. Nel 2018, secondo i dati forniti da Opta, è entrato a far parte dei migliori cinque assistmen della Liga Spagnola appartenenti al XXI secolo. Sembra infatti essersi invertito il trend, da parte del calciatore spagnolo: quest’anno gli assist decisivi sono “appena” due. Questo fa di Joaquin un vero e proprio “usato garantito”, prendendo in prestito terminologie non del tutto calcistiche. Esperto, affidabile, decisivo e adesso anche un goleador. Dall’alto dei suoi trentanove anni, Joaquin sa ancora dimostrare di essere capace di giocare ad alti livelli, sebbene la carta d’identità possa dimostrare tutt’altro.
Madre mía qué alegría más grande lo de hoy. Estoy sin palabras por lo vivido. Los 3 puntos se quedan en casa y el balón también. 😂⚽️💚 pic.twitter.com/zEI2JGZYlf
— Joaquín Sánchez (@joaquinarte) December 8, 2019