Calcio a fumetti, emozioni su carta

calcio a fumetti
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Nelle puntate precedenti di Emozioni su carta:

  1. Formula Uno e fumetti, emozioni su carta

Il calcio ormai viene affrontato a trecentosessanta gradi ogni giorno, estate inclusa, con buona pace degli haters dello sport più popolare al mondo. Uno sport così popolare da varcare la soglia delle pagine sportive, attraverso cui viene raccontato, per stare a proprio agio nelle librerie e fumetterie.  Sono state infatti pubblicate storie su storie di calcio a fumetti, che hanno raccontato vicende di fantasia o tratto spunto dalla realtà, ispirando bambini che, divenuti calciatori da grandi, sono stati a loro volta forme di ispirazione per una generazione.

Calcio a fumetti, da Captain Tsubasa a Roy Race

Non si può parlare di calcio a fumetti senza citare l’esempio più famoso in assoluto, Captain Tsubasa, che in occasione dei trentacinque anni dalla prima messa in onda su TV Tokyo è di nuovo tornato sugli schermi delle tv giapponesi. Un nuovo reboot, complessivamente il quarto nella storia dell’anime, in cui il cartone animato ripercorre nuovamente le vicende dei protagonisti, spostando l’ambientazione della storia dagli anni Ottanta del manga originale all’epoca contemporanea, caratterizzata da smartphone e social network che ragionevolmente influenzeranno anche i cinquanta episodi prodotti dallo studio di animazione David Production. La produzione della serie ha affidato la regia degli episodi a Toshiyuki Kato, già in forza allo studio per la direzione di molti episodi di JoJo Bizarre Adventure. Hajime Watanabe invece si è occupato del necessario rinnovamento dello stile grafico dell’opera, che aveva già subito un rinfresco estetico con il terzo reboot del 2002 Holly e Benji Forever. La serie del 2018 non tradisce lo stile già visto nelle precedenti versioni della serie televisiva, utilizzando questo nuovo design per narrare la storia scritta da Yoichi Takahashi, con protagonisti Tsubasa Ozora e Wakabayashi Genzo, conosciuti al pubblico italiano rispettivamente come Oliver “Holly” Hutton e Benji Price. Le serie animate, così come il manga, edito in Italia dalla Star Comics, caratterizzate dalle partite interminabili e dai campi da gioco costruiti su delle colline, hanno riscosso molto successo in Giappone e nel resto del mondo. Alcuni giocatori di calcio del calibro di Alessandro Del Piero, Hidetoshi Nakata, Neymar e Zinedine Zidane in alcune interviste hanno dato il merito a Captain Tsubasa per essersi appassionati al gioco del calcio, tanto da farne professione.

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Benji in Bundesliga tra i pali dell’Amburgo.

L’opera ha contribuito in maniera sensibile a diffondere lo sport nel paese del Sol Levante, tanto da essere menzionata nella storia del calcio in Giappone sul sito della federcalcio giapponese. Oltre a far aumentare la popolarità dello sport più seguito al mondo, in molti sostengono che l’opera sia stata uno dei fattori che hanno contribuito al miglioramento delle prestazioni della nazionale dei samurai in blu, che dagli anni Novanta in poi ha vinto per quattro volte la Coppa d’Asia (1992, 2000, 2004 e 2011) e collezionato due qualificazioni agli ottavi di finale nei mondiali casalinghi organizzati con la Corea del Sud nel 2002 e nel mondiale in Sudafrica del 2010.

Il Giappone non ha dato i natali soltanto a Captain Tsubasa. Prima dell’opera di Takahashi, nel 1969 Isami Ishii diede vita a Kutabare! Namida-kun, una serie in otto volumi che parla di Jun Kamazaki, raccontandone le prodezze in campo e le vicissitudini fuori da esso. L’anno successivo invece Ikki Kajiwara ai testi e Mitsuyoshi Sonoda ai disegni esordirono con Akakichi no eleven, a cui seguì subito la versione anime conosciuta in Italia come Arrivano i Superboys. Kajiwara, padre di altri manga a tema sportivo come Tommy la stella dei Giants, Rocky Joe e L’Uomo Tigre, non manca anche in Akakichi no eleven di esasperare il lato sportivo fino all’estremo, attraverso esagerazioni di varia natura e allenamenti massacranti. Dopo Captain Tsubasa degne di nota sono senza dubbio Angel Voice (2007), Inazuma Eleven (2008) e Giant Killing (2007). Quest’ultima opera ha la particolarità di avere come protagonista l’allenatore della squadra al centro della storia, Tatsumi Takeshi, che cercherà di risollevare le sorti dell’East Tokyo United.

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La rosa del Melchester nel 1976

Oltre che nel Sol Levante anche in Europa non sono mancate opere a fumetti che parlassero di calcio. Un esempio molto valido arriva dalla patria del calcio moderno, l’Inghilterra, che oltre ad essere la casa della Premier League e dell’affascinante FA Cup, è patria del primo fumetto sul calcio mai pubblicato. Su The Boy’s Own Paper, una sorta di Corriere dei Piccoli della terra d’Albione fu pubblicato My First Football (1879), di Talbot Baines. A questo primissimo fumetto, pioniere del genere, sono seguite decine e decine di titoli raccontati negli svariati magazine pubblicati in Inghilterra, ma bisogna aspettare il 1954 per vedere quello che sarebbe diventata la serie di calcio a fumetti calcistico britannica più famosa, Roy of the Rovers, di Walter Booth. La serie parla della famiglia Race, di Roy e del figlio Rocky, orbitando intorno all’immaginaria squadra dei Melchester Rovers. La serie è divenuta così popolare tanto da far entrare “Roy of the Rovers” all’interno del lessico giornalistico inglese, al pari dei nostrani “Clamoroso al Cibali!” o “Zona Cesarini”.

Calcio a fumetti in Italia, il marcio e le storie di formazione

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Pippo Balotelli sulla copertina di Topolino 2961

Anche l’Italia ha ottimi esempi di calcio a fumetti. Numerosissime sono le copertine sul settimanale Topolino e le versioni paperizzate dei vari campioni di calcio italiani e non, da Paperaldo (versione disneyana di Ronaldo, che nel 1999 scrisse inoltre il soggetto per Paperino e il dribbling del tombino) all’Icarduck di qualche settimana fa per celebrare i centodieci anni dell’Inter, passando per Papertotti che ha dato vita a un ciclo di storie sul giornale disneyano e alle molte versioni della Nazionale italiana in salsa Disney, con tanto di Pippo Balotelli nell’estate 2012 dopo la fantastica semifinale contro la Germania. Ma esulando dal mondo disneyano, che meriterebbe un articolo a parte, sono di Coconino Press Morti di sonno (2009) di Davide Reviati, che racconta una storia di crescita dal sapore agrodolce ambientata nell’estate dei Mondiali del 1982, seguendo dei ragazzini figli di operai dell’Anic di Ravenna, giocando e vivendo il calcio come elemento di sfondo dell’estate italiana. Di tematiche simili è Gli anni dello Sputnik (2011), in cui il fumettista francese di origine italiana Baru racconta la Francia multirazziale degli anni Cinquanta, seguendo alcuni ragazzini della Lorena e la loro rivalità tra paesi confinanti attraverso le partite di pallone, mettendo in palio la supremazia campanilistica. Baru è inoltre autore di Pompa i bassi, Bruno! (2010), storia sempre edita dalla Coconino Press in cui le vicende di Bruno, giovane talento africano immigrato in Francia per cercare fortuna, si intrecciano con quelle di una banda di criminali.

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Copertina Morti di Sonno, Coconino Press

Paolo Ongaro invece sulle pagine del Guerin Sportivo ha scritto e disegnato, dal 1982 al 1998, le avventure della Nazionale italiana nella serie Azzurri, raccontandone gioie e dolori dall’esordio degli anni Dieci del secolo scorso fino agli anni Novanta. Ultimo, ma non meno importante, L’impero del goal (2014), di Massimo Basile e Gianluca Moastra, disegnato da Pierluigi Minotti, parla dello scandalo italiano legato al calcioscommesse del 2011, partendo dall’inchiesta che ebbe inizio in Finlandia e che si propagò per il resto del mondo, cercando di fermare il marcio del calcio. Marcio che non si è fermato, visto lo scandalo del calcioscommesse del 2015 e quello legato al campionato di calcio sammarinese del 2017, il che fa temere che tutto il marcio legato al mondo dello sport più popolare al mondo torni a galla ciclicamente, senza che venga trovata una soluzione. Un male di cui tutti gli appassionati farebbero volentieri a meno, e che assieme ad altri come doping, illeciti sportivi e società di calcio che falliscono a metà stagione provocano ulteriori crepe al palazzo del sistema calcio, dando spazio a critiche e polemiche che, se non altro, nelle storie di calcio a fumetti non si leggono.

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Riccardo Angori

Sono nato una notte del dicembre del 1988 in quel di Pietrasanta, Lucca, ma il vivere e frequentare da 28 anni la provincia di Pisa ha consolidato le mie radici nella città della Torre Pendente, dove ho conseguito il diploma in Scienze Sociali nel 2007. Dopo qualche corso formativo e alcune esperienze professionali attualmente mi occupo di logistica presso un corriere nazionale, coltivando nel mentre la passione mai doma per il giornalismo e per raccontare storie più o meno interessanti, sperando di farne professione. Il cammin della mia vita mi ha portato a coltivare diversi interessi come il teatro, con il quale ci sono letteralmente cresciuto e che mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi, assieme ad altre passioni, come quella per Star Wars e le fiere del fumetto, per dire, che mi hanno formato e regalato meravigliose esperienze di vita. Dopo un periodo di incertezze sul cosa fare da grande ho deciso di unirmi allo staff di IMDI nel 2016, per poi passare alla redazione di theWise nel 2017, scrivendo articoli principalmente di sport e sul mondo del fumetto, cercando di fare un’informazione seria, di approfondimento, ricercata, basata sui fatti e scritta in modo interessante che possa dare qualcosa in più rispetto all’articoletto click bait tipico di molti altri siti. Certamente, non di theWise.