To Read Aloud: Francesco Dimitri e la lettura ad alta voce
«Around a campfire and over mammoth steaks, our pre-historic ancestors were already telling tall tales. […] Sharing stories is what makes humans human: more than the fire, it was the campfire that allowed Homo sapiens to come together and create tribes, cities and states». —Francesco Dimitri, To Read Aloud
To Read Aloud: A Literary Toolkit for Wellbeing
Un incipit così deciso potrebbe lasciare perplesso più di un lettore, e in particolare coloro che non si sentissero del tutto sicuri su quale sia il genere di appartenenza del libro in cui si sono appena imbattuti. Effettivamente, classificare To Read Aloud (Head of Zeus, 2017) è piuttosto difficile: si tratta di una raccolta di racconti, come suggerito dall’introduzione succitata? È piuttosto un’antologia di estratti, come l’indice del libro potrebbe dare a intendere? O si tratta invece di un qualche strano tipo di «Kit Letterario», come recita il sottotitolo? Probabilmente un insieme di tutte le precedenti risposte. Quello che sappiamo per certo, tuttavia, è che Francesco Dimitri, autore fra gli altri di Pan (Marsilio, 2008) e di Alice nel paese della vaporità (Salani, 2013), ha molto a cuore le storie, e col suo nuovo libro intende riportare l’attenzione su un’abitudine a lungo dimenticata: quella di leggere ad alta voce.
È una verità universalmente riconosciuta, ormai, che l’atto di leggere vada svolto silenziosamente e mentalmente, ma non è sempre stato così. Anzi: a dire il vero, il passaggio alla lettura silenziosa è considerato un cambiamento piuttosto recente nella storia dell’umanità, e oggi siamo quasi certi che i nostri antenati fossero abituati a leggere ad alta voce fino a qualche secolo fa. Fu solo durante il diciassettesimo secolo, probabilmente, che l’abitudine di leggere ad alta voce iniziò definitivamente a declinare a vantaggio della lettura mentale. Ciononostante, leggere a voce alta non ha mai perso la sua attrattiva; persino durante il diciannovesimo secolo, malgrado la loro povertà, i minatori di Cuba erano ben felici di sborsare denaro pur di avere qualcuno che leggesse loro delle storie mentre lavoravano.
A Night of Reading Aloud
È l’autore in persona che illustra questi temi, nel piano sotterraneo di una splendida libreria, al suo pubblico attento di circa trenta persone. Oggi, giovedì 1 febbraio, celebriamo il World Read Aloud Day, e la Waterstones di Gower Street a Londra ha organizzato un evento speciale presieduto proprio da Francesco Dimitri: un evento chiamato A Night of Reading Aloud. È con storie di questo genere che Francesco ci accompagna verso il cuore di questo particolare esperimento: una serata, concepita sul modello di uno speed-dating, di reciproche letture.
Apprendiamo così, mentre Dimitri procede più a fondo nella sua introduzione, che nel corso degli ultimi anni è fiorito un gran numero di studi a dimostrare l’importanza critica di leggere storie ai bambini. Un’attività, questa, che li aiuta su molti livelli: dal migliorare il loro linguaggio e vocabolario al creare legami sociali, per non parlare del semplice piacere procurato dall’ascoltare qualcuno che ci legge delle storie. Ma che si dice, invece, del leggere agli adulti? L’attenzione data a questo aspetto è molto minore, il che è anche comprensibile: in fondo, il momento cruciale in cui un essere umano ha bisogno di ascoltare storie avviene nei suoi primi anni di vita. Nondimeno, non c’è ragione per cui un individuo adulto non dovrebbe essere in grado di godere dell’ascolto di una buona lettura, ed è proprio questo il punto attorno al quale Francesco Dimitri ha costruito il suo nuovo libro.
Quando l’azione di leggere ad alta voce è praticata tra adulti, infatti, essa produce effetti sì diversi, ma di certo non trascurabili. Attraverso una maggiore attenzione data al momento presente, ad esempio, dimostra di avere molto in comune con la nota condizione detta mindfulness. Anzi, meglio ancora, dato che permette di raggiungere quello stato senza neppure rendersene conto. Questo succede perché la lettura a voce alta costringe a focalizzarsi solo sul presente, a prescindere da quale sia il ruolo svolto. Nei panni del lettore, una persona deve svolgere un’azione (si spera) molto comune in un modo (probabilmente) assai poco comune, il che richiede una mente estremamente concentrata. Risulta strano sia ascoltare la propria voce, sia sapere che qualcun altro – anche se solo per qualche minuto – sta ascoltando solamente quella. In quanto ascoltatori, invece, ci si deve concentrare sulla voce di qualcun altro, cercando di immergersi nella storia e al tempo stesso restando consci che qualcuno sta leggendo unicamente per noi.
L’esperimento
Francesco termina il suo discorso introduttivo, e di colpo ci chiede di scegliere una persona sconosciuta come nostro primo partner e di sederci a due a due. La stanza, infatti, contiene circa trenta sedie, tutte posizionate a coppie una di fianco all’altra, con gli schienali rivolti in senso opposto. Mentre ci accomodiamo, silenziosi e a dire il vero un po’ confusi dalla strana situazione, gli organizzatori ci versano del vino. Siamo pronti per iniziare il primo round. Per ciascuna coppia, una persona sarà il Lettore e l’altra l’Ascoltatore. Quest’ultimo sceglierà un capitolo del libro, mentre il primo sceglierà un passaggio da quel capitolo. Dopodiché, i Lettori iniziano a leggere: nulla di più semplice.
Finito il primo round, ciascuno si alza in piedi e cambia partner. Lo stesso accade dopo il secondo round, che funziona esattamente come il primo, tranne che per la maggiore lunghezza dei brani. A questo punto, dopo il secondo cambio, inizia il terzo round, prima del quale gli Ascoltatori vengono invitati a indossare una benda per gli occhi. Non è obbligatorio, naturalmente, ma nessuno dei presenti si tira indietro: ormai siamo tutti coinvolti dall’esperimento, come catturati da un imprevisto senso di attesa frammisto a nostalgia ed eccitazione.
Il libro, come abbiamo ormai scoperto, è costruito in maniera strategica: i brani sono organizzati in nove sezioni a seconda del loro tema di fondo. Troviamo macrotemi quali “Smarrimento”, “Natura”, “Stupore” e tanti altri, ciascuno dei quali contiene tra gli otto e i dieci passaggi. Scopriamo così alcuni autori dell’antichità (come Cicerone ed Epicuro), diversi nomi rinomati (tra cui Tolkien, Wilde e Carrol), ma soprattutto un grande numero di scrittori meno famosi. Ci sono molti argomenti diversi, certo, ma quello che li rende tutti simili tra loro è la loro implicita qualità orale, ossia un attributo alquanto elusivo che può avere origine dal loro ritmo come dal loro tema, o semplicemente da una loro non meglio definibile proprietà uditiva. Ed è esattamente attorno a questa qualità orale che Francesco Dimitri ha deciso – e con buoni risultati – di plasmare il suo libro.
Bilancio finale
Anche la serata organizzata da Waterstones si è rivelata un grande successo. Che sia stato per via dell’accurata selezione dei brani, per la speciale atmosfera creata dagli organizzatori, o semplicemente per la magia di leggere e ascoltare qualcuno leggere, tutto quanto ha funzionato a meraviglia. Il primo round, che era anche il più breve, è servito a rompere il ghiaccio, ma già a partire dal secondo giro persino il più scettico di noi era ormai completamente preso dal gioco. Prima che la serata si avviasse alla sua conclusione, la stanza era invasa dal chiacchiericcio dei partecipanti, stupiti e felici: avevamo appena realizzato con quanta naturalezza sia possibile, una volta che si inizia a leggere ad alta voce a uno sconosciuto, superare l’imbarazzo e le formalità, e quanto sia facile trovare degli aspetti in grado di unirci e farci entrare in sintonia.
L’importanza di raccontare storie è tutto tranne che sconosciuta agli scrittori, e l’ambito del fantasy non fa certo eccezione. Philip Pullman, in occasione della presentazione a Oxford del suo ultimo libro La Belle Sauvage (David Fickling Books, 2017), ha di recente sottolineato il ruolo cruciale del raccontare storie ai bambini, mentre di lì a poco sarebbe uscito il suo autoesplicativo Daemon Voices: Essays on Storytelling (David Fickling Books, 2017). Silvana De Mari d’altra parte, per citare anche voci italiane, ha sempre reso molto chiaro nei suoi romanzi quanto l’atto di raccontare storie sia capace di creare legami indissolubili e di donare vigore anche nei momenti più difficili. Ma Francesco Dimitri si è spinto oltre, costruendo un intero libro su due semplici concetti: che leggere ad alta voce sia incredibilmente benefico, e che allo stesso tempo sia estremamente semplice.
Certo: ora che leggerete queste righe, il World Read Aloud Day sarà tristemente passato, e così anche quella straordinaria serata in compagnia di Francesco Dimitri. Tuttavia, per fortuna vostra, il messaggio alla base del suo libro è proprio che serate di questo genere non sono difficili da replicare, e la sezione finale è stata scritta con l’intento preciso di suggerire come fare a chiunque fosse interessato. Se non ci credete, fidatevi di chi ci ha già provato: organizzare il proprio Read Aloud Party personale è davvero facile. E allora procuratevi alcune copie, radunate qualche amico (o, meglio ancora, sconosciuto) e fate un tentativo. Chi lo sa? Potreste ritrovarvi positivamente sorpresi. «Your next ‘human moment’ begins now».
[Articolo pubblicato originariamente su Pi (Magazine), issue 721]