C’è ancora spazio per Rat Man
Non è mai facile per un autore concludere quella che è la sua opera principale, quella a cui ha dedicato più tempo, energia e a cui deve la sua fama. Ancor meno facile è provare subito a cercare nuove strade. Leo Ortolani l’ha fatto: solo due mesi dopo la fine della sua storica testata Rat Man pubblica un nuovo volume, C’è spazio per tutti, realizzato in collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e l’ESA (European Space Agency). Lo scopo del libro è mostrare a un pubblico più ampio possibile, soprattutto di giovani, l’importanza della ricerca spaziale attraverso un medium accessibile a tutti come il fumetto.
Ortolani non è nuovo a produzioni di questo tipo, avendo già collaborato con la rivista comico-divulgativa Comic and Science insieme ad Andrea Plazzi, l’ormai storico curatore di tutte le sue pubblicazioni. In molti lavori precedenti ha inoltre sperimentato parodie di storie educative, come quelle raccolte nell’albo OH! Il libro delle meraviglie e numerose storie ambientate nello spazio, da quelle apparse in vari numeri di Rat Man passando per Allen, Star Rats, ecc. Pur partendo quindi da un terreno non del tutto sconosciuto, il fumettista parmense riesce a sperimentare con discreti risultati, cimentandosi in un’opera più lunga del solito, una vera e propria graphic novel.
La trama è molto semplice e lineare: l’interesse popolare verso l’esplorazione spaziale sta scemando sempre di più, quindi l’astronauta Rover (alter ego di Paolo Nespoli) è incaricato di portare sulla Stazione Spaziale Internazionale Rat Man che, in quanto uomo medio –anzi uomo senza qualità– nelle speranze degli scienziati riaccenderà l’entusiasmo della gente, dimostrando come lo spazio sia proprio alla portata di tutti. Inutile dire che la missione sarà tutt’altro che tranquilla, e sarà proprio Rat Man, nonostante la sfiducia degli altri astronauti, a salvare la situazione.
Le varie parti del racconto sono intervallate da intermezzi che narrano la storia dell’esplorazione cosmica dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri, mentre l’avventura di Rat Man fa da pretesto per spiegare come si svolge una missione spaziale, dall’addestramento degli astronauti passando per il lancio, la vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il rientro sulla Terra.
La trama è di per sé abbastanza piatta. Di fatto a sorreggere la parte centrale del racconto è un mistero piuttosto banale: all’arrivo di Rat Man si innesca una serie di gravi problemi tecnici sulla Stazione Spaziale di cui nessuno riesce a capire l’origine. Proseguendo nella risoluzione dell’enigma l’atmosfera si fa sempre più onirica, forse esagerando nel finale; probabilmente una conclusione più concreta sarebbe risultata meno dispersiva. Le pagine conclusive hanno comunque il merito di esprimere in maniera molto esplicita il messaggio del volume: come dice lo stesso Rat Man ai lettori abbattendo la quarta parete, e come dirà alla fine Rover, non bisogna abbandonare i propri sogni, soprattutto se riguardano la scienza e lo spazio. Perché in questo campo c’è, appunto, spazio per tutti.
A fronte di un intreccio non entusiasmante, a rendere il volume scorrevole sono più che altro le interessanti digressioni storiche e il buon livello umoristico, che vede un Ortolani in grande forma ironizzare a ruota libera anche su argomenti attuali come la disinformazione circolante in rete e le sue conseguenze: il complottismo (numerose battute sono indirizzate a terrapiattisti, sostenitori del finto sbarco sulla luna, ecc.), le bufale, ma anche le critiche sulla presunta inutilità delle missioni degli astronauti. A gag più immediate, spesso volte a sottolineare l’ormai mitologica stupidità di Rat Man, se ne alternano altre caratterizzate da un’ironia più raffinata, tenendo così un ritmo piuttosto serrato, senza tempi morti. Grazie a questo montaggio esperto nella lettura di C’è spazio per tutti si ride di gusto.
Lo scopo divulgativo del volume è sicuramente centrato in pieno: l’esplorazione spaziale, la sua importanza e il senso della ricerca scientifica svolta in questo campo sono spiegati chiaramente, facendo capire come da essa derivino benefici per tutti. Solo in alcuni passaggi il rapido alternarsi di nozioni reali e finte nozioni umoristiche può generare una momentanea confusione. Concludono il volume alcuni brevi testi che spiegano cosa siano e cosa facciano l’ASI, l’ESA e chi sia Paolo Nespoli, in modo di presentare le agenzie che hanno dato il patrocinio al libro e il coprotagonista della storia, e approfondire e precisare parte di quanto è stato descritto nel corso del racconto. La prefazione è ovviamente a opera dell’immancabile Andrea Plazzi.
Lo stesso Nespoli ha fatto da testimonial d’eccezione al volume, presentandone l’anteprima in diretta dall’ISS l’ottobre scorso, rendendolo dunque il primo fumetto ad essere stato portato nello spazio, tanto che la Panini sta chiedendo alla Guinnes World Record di accreditare ufficialmente il primato.
Per quanto riguarda la parte tecnica, lo stile è quello cui Ortolani ci ha già abituati ormai da diversi anni: caricaturale, ma anche abbastanza asciutto, probabilmente più di quanto visto abitualmente. Il formato grande (19 x 28,8 cm) permette all’autore di sbizzarrirsi in numerose tavole a pagina intera o doppia, che, se da un lato mettono in mostra un sapiente utilizzo del chiaroscuro, dall’altro evidenziano anche i limiti del disegno stilizzato dell’autore, dato che avrebbero potuto avere una resa migliore con un tratto più realistico. È frequente il ricorso a una tecnica tipica dell’autore, ovvero la ripetizione della stessa vignetta più volte con piccole o nulle variazioni, solitamente per completare una gag e spesso anche per concludere una parte del racconto.
Il racconto, che si sviluppa su circa duecentocinquanta pagine, è molto più lungo di quelli disegnati di solito da Ortolani, eccetto quelli apparsi a puntate, e forse anche a questo si devono le difficoltà nella gestione della trama. Sarà interessante vedere in futuro se il prolifico Leo vorrà cimentarsi ancora in storie di ampio respiro in un unico volume.
Complessivamente, nonostante qualche debolezza nella trama, C’è spazio per tutti centra pienamente il suo obiettivo: illustrare al grande pubblico l’importanza della ricerca spaziale, facendolo anche divertire.
Sicuramente una buona prova per Leo Ortolani, che dopo la conclusione della storyline principale di Rat Man dimostra non solo come il suo personaggio sia ancora vivo ed estremamente versatile, ma anche di essere in grado, come già fatto numerose volte in passato, di andare al di là del semplice fumetto comico.
Terminata la lettura della graphic novel resta quindi una sola domanda: cosa ci riserverà il vulcanico inventore dei “musi di scimmia” in futuro?