Cuphead: recensione di un nuovo run and gun
Il 29 settembre usciva su Steam e su Xbox One Cuphead, run and gun sviluppato e pubblicato dalla MDHR, caratterizzato da uno stile grafico ispirato ai cartoni animati degli anni ’30. Molto atteso sin dalla sua presentazione nel 2014, riuscirà a soddisfare le aspettative?
Cuphead e suo fratello Mugman – giocabile in modalità cooperativa – sono due creature umanoidi con una tazza come testa, che si ritrovano a perdere ai dadi la propria anima contro il diavolo in persona. Hanno però una chance di salvarsi: recuperare le anime degli altri sventurati debitori. Per farlo si imbarcano in un viaggio attraverso le tre isole Inkwell: starà a noi guidarli e assisterli nella loro impresa.
Gameplay: il Dark Souls dei platform
Fin dal tutorial e dai primi minuti di gioco diventa evidente l’elevata difficoltà di Cuphead: se i controlli sono semplici e in linea con gli altri platform – il controller è assolutamente consigliato – questo non implica che il giocatore si trovi di fronte a un titolo facile. È molto, molto difficile finire un livello senza averlo mai dovuto ricominciare: per completare un singolo livello è essenziale imparare i pattern di movimento e di attacco dei vari nemici, che tra l’altro sono diversi per ogni singolo livello. Ognuno di essi può essere giocato fin dall’inizio in due livelli di difficoltà, dei quali già il primo è parecchio ostico: avanzando nel gioco si sbloccherà un terzo grado di sfida, ancora più arduo da superare e adatto ai perfezionisti.
I nostri protagonisti dovranno quindi sconfiggere in durissimi scontri i debitori del diavolo nelle tre isole Inkwell: controllando il nostro personaggio in queste, con visuale dall’alto, lo si potrà condurre in vari luoghi dove intraprendere missioni, parlare con gli abitanti e ottenere equipaggiamento o nuovi poteri. Sono infatti presenti diversi negozi in cui acquistare con le monete faticosamente ottenute nei livelli run and gun diversi potenziamenti per i due fratelli, tra cui nuove armi e altri oggetti utili. Nelle isole si troveranno anche dei livelli speciali in cui sbloccare mosse speciali estremamente potenti.
Gli scontri con i boss sono più numerosi, mentre quelli run and gun sono meno presenti: a detta degli sviluppatori stessi, l’esperienza di gioco è più orientata alle bossfight. Degni di nota anche i livelli aerei, nei quali il giocatore sarà al comando dell’aeroplano dell’eroe mentre combatte nei cieli contro vari boss. Dal punto di vista del gameplay, le meccaniche dei vari scontri sono sempre diverse, e vanno da nemici che bombardano dal cielo ad altri che sfruttano l’ambiente e le diverse arene in cui si svolgono i combattimenti. In molti casi si verificheranno situazioni quasi da bullet hell, mentre in altri l’attenzione sarà più orientata verso trappole o piattaforme mobili. Dopo aver completato uno scenario il giocatore riceverà una valutazione: la vera sfida per i perfezionisti sarà ottenere il massimo in tutti gli scontri, impresa titanica.
La modalità cooperativa, per quanto interessante, soffre di un grande difetto: è esclusivamente in locale. Questo penalizza soprattutto i giocatori PC, che utilizzano una piattaforma generalmente meno adatta per questo tipo di multiplayer: questa mancanza rende così più difficile accedere a una modalità interessante e ben integrata col resto del gioco.
Ritorno al passato
Quello che caratterizza maggiormente Cuphead però non è il gameplay, quanto il suo particolare stile grafico, accompagnato da una perfetta colonna sonora. Si ispira infatti ai cartoni animati degli anni ’30, il cui stile è stato minuziosamente copiato, mimandone tutti i dettagli tecnici, come gli sfondi in acquerello e le animazioni disegnate a mano. Anche la colonna sonora, composta da registrazioni jazz originali, si rifà a quelle di allora. Il risultato è uno stile unico, a tratti inquietante, fantasioso e surreale. Tutti i livelli sono unici, e trovare lo stesso nemico in due diversi livelli è praticamente impossibile: la cura estrema con cui sono stati realizzati è evidente in ogni dettaglio, anche i più piccoli. Inoltre Cuphead offre una grande varietà di ambientazioni diverse, tra cui parchi di divertimento in cui combatteremo clown a bordo di autoscontri, orti in cui dovremo vedercela con verdure varie e foreste infestate da creature che vogliono solo la nostra pelle. Una vera chicca è la modalità in bianco e nero, che rende i disegni ancora più simili agli originali, e che può essere sbloccata completando i livelli run and gun senza sparare un solo colpo, impresa decisamente difficile.
Qualche problema
Dal punto di vista tecnico Cuphead è leggero e quasi privo di bug. L’unico problema riscontrato durante la prova è stato un crash improvviso nella fase di caricamento della partita. Il framerate è stabile anche su computer un po’ meno recenti, e risulta giocabile anche solo a 30 frame per secondo, anche se raggiunge i 60 anche su piattaforme non troppo performanti. Una nota dolente è invece la ridotta durata dell’esperienza di gioco, che si aggira tra le 6 e le 8 ore: è chiaro che questo sia soprattutto dovuto all’enorme impegno messo dai ricercatori in ogni scenario, così finemente disegnato e reso unico. Questo però rende Cuphead un po’ troppo breve, a meno che non lo si voglia completare al 100%, impresa molto ardua e che richiederà parecchio tempo.
Cuphead merita di essere acquistato?
Cuphead è senza ombra di dubbio uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni. Seppur con qualche difetto e con una difficoltà che non lo rende adatto a tutti, è assolutamente consigliato. Il prezzo di lancio di 20€ è tutto sommato basso, e rende l’acquisto decisamente allettante. La maggiore mancanza è senza dubbio quella di una modalità cooperativa online, sebbene quella locale funzioni bene: bisogna solo sperare che venga implementata prima o poi.