“L’uomo d’acciaio”: capolavoro o flop?

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Il franchise di Superman è ripartito grazie a Zack Snyder e a “L’uomo d’acciaio”. Ma è stata la scelta giusta?

Come già il suo collega Batman – di cui abbiamo abbondantemente parlato in queste settimane – anche Superman ha vissuto al cinema periodi di saliscendi, con un paio di film interessanti e altri decisamente meno.

Il supereroe creato da Jerry Siegel e Joe Shuster è stato in effetti il precursore delle pellicole definite “cinecomics”: il primo omonimo film sull’uomo d’acciaio è datato 1978, e vede la partecipazione dei leggendari Marlon Brando e Gene Hackman nei ruoli di Jor El e Lex Luthor, e del compianto Christopher Reeve in quello di Clark Kent/Superman. Il film è un giusto mix di sentimento, azione e comicità. Pur senza gli effetti speciali incredibili della modernità risulta un film divertente e appassionante. Il sequel, Superman II, presenta per la prima volta una delle nemesi più importanti di Kal El (che ritroveremo anche nel reboot) ovvero il Generale Zod, reso perfettamente sullo schermo dall’ottimo Terence Stamp. Così come il suo predecessore, anche questo film si rivelerà un successo di critica e di pubblico, con una buona sceneggiatura supportata da performance attoriali assolutamente di buon livello.

L'uomo d'acciaio

Dalle stelle alle stalle

Purtroppo, però, tutte le cose belle finiscono, e anche il livello qualitativo delle pellicole su Superman cala vertiginosamente con Superman III (ostaggio di una comicità troppo voluta e cercata) e, soprattutto, con il bruttissimo e nonsense Superman IV, film prodotto e girato soltanto per spremere al massimo le tasche degli spettatori e far arrotondare un po’ le cifre. Nel 2006 Bryan Singer, regista de I soliti sospetti e X-Men, ha l’infausta idea di provare a far rinascere il personaggio: Superman Returns si rivelerà però un flop incredibile, che porterà la Warner a sospendere momentaneamente il franchise, specialmente per via di una storia concentrata troppo sui sentimenti e di un cast poco ispirato, escludendo Kevin Spacey.

La svolta è rappresentata però, ancora una volta, da Christopher Nolan, che, stavolta nei panni di produttore, insieme a parte del team della saga di Batman e al regista Zack Snyder – il quale aveva già diretto Watchmen e 300 – plasma L’uomo d’acciaio (Man of Steel), che cerca così di raccogliere l’eredità di tre tentativi andati a vuoto nella continuazione cinematografica dell’eroe più famoso d’America. Senza ombra di dubbio questo è stato tra i film più attesi e desiderati nel corso del 2013, più che altro perché bisognava capire quale potesse essere il futuro della saga di Superman. Ma oggi, a distanza di ben quattro anni, cosa ne abbiamo ricavato? Che, sostanzialmente, Man of Steel – oltre a essere il primo capitolo del DC Extended Universe – è un film come tanti. Ma procediamo con calma.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 28-31.

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Claudio Agave

Studente presso la Facoltà di Scienze Motorie dell'Università Parthenope di Napoli. Giornalista pubblicista dal febbraio 2017 dopo una lunga ma utile gavetta. Scrittore, con almeno due romanzi già in cantiere e alcune partecipazioni attive a progetti letterari. Ho gli interessi di molti (cinema, serie tv, doppiaggio, sport) e l'ambizione di voler vivere facendo ciò che amo. Insomma, in pillole: scrivo pezzi, faccio cose, vedo gente.