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Responsabilità medica in Italia: un’evoluzione normativa

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Il campo di applicazione

Al giorno d’oggi un medico italiano, per esercitare il proprio lavoro, non può limitarsi alle pressioni “ordinarie” date dalla sua professione. Si parla in fondo dell’Italia, paese di santi, poeti e navigatori ma anche di ignoranza, malafede e complottismo. Ben oltre al legittimo dolore e alla sofferenza, la maggior parte degli utenti si limitano a sputare sentenze nei confronti di un medico. Sindacano sul suo operato, espongono pareri e pretese frutto di una laurea in medicina acquisita nel sonno. Non sapendo cosa succede all’interno della struttura, né conoscendo le cure e le scelte che quotidianamente un medico compie, costoro sanno solo di aver ragione. Una fantomatica ragione, in un sistema medico qualificabile fra i migliori al mondo e, a differenza di tanti, praticamente senza costi. Quando qualcosa non va come sperato è sempre più diffuso, infatti, da parte della famiglie, il ricorso alle vie legali.

Nel mare di queste lamentele, però, alcune rimostranze appaiono fondate. Non sempre è tutto così idilliaco, c’è sempre un’altra faccia della medaglia. In caso di errore – o peggio, di dolo – da parte del medico, la legge offre la sua tutela. Basta aprire una testata giornalistica qualsiasi, tralasciando il becero populismo e le accuse dirette, per rendersi conto che questi eventi esistono. Alle volte sono causati dal medico stesso, per le più svariate ipotesi. Altre volte, invece, sono causati dalla struttura sanitaria stessa. Che sia un caso o che sia l’altro, però, la legge offre le sue tutele. La disciplina specifica in materia è relativamente recente; anzi, è attualmente oggetto di accesi dibattiti, in grado di risvegliare coscienze assopite e smuovere bili.

Tale istituto, poi, vanta un particolare primato. Nella discussione sulla responsabilità medica vi è stato, per la prima volta, l’incontro tra i due principali rami del diritto italiano: il diritto civile e quello penale. Gli esiti di questa particolare convergenza hanno portato a risultati tutt’altro che univoci. Il differente approccio degli studi, riferito a entrambe le branche del diritto, ha alimentato e continua tutt’ora ad alimentare la diatriba. Un esempio, che costituisce solo la punta dell’iceberg delle diverse fazioni, è dato dal nesso di causalità: in altre parole, la dimostrazione del collegamento fra il danno subito e l’operato del medico. Andiamo, ora, ad analizzare nel dettaglio come si sono formate le teorie odierne, e come queste hanno portato alla disciplina attuale, attraverso l’analisi giuridica di questo istituto.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 10-12.

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Michele Corato

Nato in provincia di Vicenza, dove tutt'ora vivo, poco più di quarto di secolo fa. Dopo una prima laurea come Consulente del lavoro all'Università di Padova, mi sono addentrato maggiormente nel mondo del diritto con una seconda laurea in Giurisprudenza presso la stessa Università. Attualmente praticante in uno studio legale, mi appresto ad affrontare il temibile ostacolo che è l'esame di abilitazione. Appassionato praticamente da tutto ciò che può considerarsi bello; nel cinema, musica e nell'arte ricerco soprattutto tematiche in grado di emozionare (nel bene o nel male). Ho una passione, inoltre, per la cucina, che considero soprattutto come momento di svago o di sperimentazione. Ho iniziato a scrivere articoli per IMDI.it nel 2013, incentrati soprattutto, com'è intuibile, sul Diritto. Filone tematico, questo, che seguo anche all'interno di theWise, fermamente convinto della necessità di articoli i più neutrali e chiari possibili su questo tema, ormai maltrattato da gran parte delle persone. Credo appunto nel progetto di questa testata, volta all'informazione nel senso più puro del termine, e spero di riuscire a trasmettere, almeno in parte, l'importanza del diritto.

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