Banche italiane: il punto della situazione

Banca Centrale Europea (Photo credit DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)
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In Italia uno dei tormentoni degli ultimi anni sono le banche. Qualsiasi cosa succeda, le banche ne pagano sempre le conseguenze, più o meno meritate che siano. I recenti casi di cronaca non hanno fatto che demonizzare ulteriormente uno dei più importanti e utili strumenti sul territorio. Nella maggior parte dei casi ci si dimentica infatti che queste, seppur ingranaggio fondamentale della società moderna, sono sempre imprese, e di un tipo particolare che deve sottostare a regolamenti complessi e diversi: basti pensare alla normativa europea che cozza con quella italiana, la quale spesso non è aggiornata, o allo statuto del consumatore, o ancora ai regolamenti redatti dalla Banca d’Italia. Le banche sono quindi imprese: qual è l’obiettivo principale di un’impresa? Il profitto. Il guadagno è quello che spinge le persone a muoversi, e lo fa anche con chi dirige, con chi possiede una banca e con chi ci lavora all’interno.

Quest’ultimo punto viene spesso dimenticato, perché, soprattutto nei piccoli centri, si considera la banca un posto di persone fidate che sono lì per aiutare chi ha bisogno a fare la scelta migliore: nulla di più sbagliato. In questi casi chi consiglia è stato spesso invitato a persuadere all’acquisto, come avviene nei negozi. Da qui nascono i casi di Banca Etruria, Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza: eccesso di fiducia da una parte e comportamenti fuorilegge dall’altra. Bisogna badare bene al fatto che, comunque, il profitto di queste aziende non deve arrivare a scapito dei clienti, ma insieme a loro e seguendo le leggi: il cliente è la parte più importante, perché senza di lui non esisterebbe tutto il sistema. Necessario però è sottolineare l’eccesso di fiducia e di ignoranza in materia finanziaria delle masse: spesso si tende a incolpare la banca anche per perdite di cui essa non è responsabile. Un esempio è la perdita del capitale investito perché speso interamente per un unico investimento: siccome il frazionamento del rischio è uno dei concetti fondamentali, sia in finanza che nella vita quotidiana, di chi è l’errore?

Banche

Banca Centrale Europea (Photo credit DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 13-16.

 

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Domenico Sorice

Sono Domenico, sono nato a Napoli nel 1995 e durante la mia (breve) vita, per scelte che in quel momento non competevano a me, dall’avellinese mi sono trasferito nella ridente provincia di Treviso. Questo dettaglio, seppur piccolo, è rilevante perché mi ha reso quello che sono, facendomi sviluppare una buona capacità di adattamento e una visione realistica del mondo. Studente e appassionato sono le due parole che mi descrivono al meglio: i due termini spesso coincidono su determinati temi. Studente di economia, finanza e marketing, appassionato di arte, tecnologia e letteratura. La mia formazione comincia con la frequenza di un istituto tecnico commerciale e informatico. Finito il primo ciclo mi iscrivo all’Università Ca’Foscari di Venezia al corso di studi in Economia Aziendale, che seguo tutt'ora, dove sto approfondendo le mie conoscenze negli ambiti economico, aziendale e finanziario. In questo periodo accresco la mia passione per la finanza, cercando di apprendere anche al di fuori dell’università, attraverso associazioni e corsi. Il mio percorso e la mia esperienza mi hanno insegnato che dei rudimenti di economia sono indispensabili a tutti: chiunque, nella giornata, incontra situazioni in cui avrebbe potuto agire in maniera più appropriata se solo avesse avuto delle conoscenze minime oppure nutre delle curiosità in merito a comportamenti, istituzioni, compagnie: questo il motivo per cui scrivo, per spiegare, coinvolgere e chiarire. Durante gli studi, sia scolastici che universitari, mi avvicino all’arte da “profano”, con curiosità, e cercando di carpire quanto più possibile, pur non avendo seguito percorsi specifici. Lo stesso avviene per la letteratura, che mi interessa e attira, a cui mi approssimo mantenendo comunque una posizione da esterno, da osservatore. La mia esperienza comincia con il sito Il Meglio Di Internet e continua con theWise. In questa nuova opportunità vorrei portare in alto quello in cui credo: chiarezza e competenza.