L’eutanasia in Europa: diritto alla libertà, fino alla fine

Eutanasia
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Eutanasia in Europa

Morire in esilio. Non è l’epilogo della vita di Ugo Foscolo, ma l’attuale situazione di almeno cinquanta italiani all’anno. Decisione, questa, che non è realmente libera ma dovuta a un’assenza di specifica disciplina all’interno della legislazione italiana. Se non fosse ancora chiaro, il riferimento è all’eutanasia, la così detta “dolce morte”. Questo istituto, se così si può definire, è dettagliatamente regolato in diversi paesi europei, mete scelte proprio come ultimo viaggio dai nostri conterranei. Una forma di “turismo”, questa, in realtà già diffusa per i più disparati casi. La ricerca di una legislazione più compiacente, di fatti, non si limita all’illecito, a un regime fiscale più tollerante o alle pene meno rigide. La ricerca della legalizzazione delle droghe in Olanda, l’inseminazione artificiale in Danimarca o le nozze fra persone dello stesso sesso, all’epoca, in Spagna. La ricerca di un sistema giuridico più favorevole all’eutanasia si pone allora come l’ultima punta dell’iceberg del farraginoso diritto del Bel Paese.

Gli elementi ostativi a un intervento

Questo tema è particolarmente delicato nel nostro paese, è inutile negarlo, anche per la presenza della Chiesa. L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, non può liberamente disporre del proprio corpo. Dogma che non si limita al peccato del suicidio ma si trasfonde nel diritto. Precetto ravvisabile nella Costituzione dove si erge, statuario, il principio fondamentale dell’indisponibilità della vita. Questo principio, elemento ispiratore dell’intera Carta e pacificamente riconosciuto dagli studiosi del diritto, non è l’unico della sua specie. Esso infatti si scontra con un altro principio costituzionale: la libertà di autodeterminazione. Principio che viene preso dai sostenitori della dolce morte come nucleo di tale diritto.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 18-20.

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Michele Corato

Nato in provincia di Vicenza, dove tutt'ora vivo, poco più di quarto di secolo fa. Dopo una prima laurea come Consulente del lavoro all'Università di Padova, mi sono addentrato maggiormente nel mondo del diritto con una seconda laurea in Giurisprudenza presso la stessa Università. Attualmente praticante in uno studio legale, mi appresto ad affrontare il temibile ostacolo che è l'esame di abilitazione. Appassionato praticamente da tutto ciò che può considerarsi bello; nel cinema, musica e nell'arte ricerco soprattutto tematiche in grado di emozionare (nel bene o nel male). Ho una passione, inoltre, per la cucina, che considero soprattutto come momento di svago o di sperimentazione. Ho iniziato a scrivere articoli per IMDI.it nel 2013, incentrati soprattutto, com'è intuibile, sul Diritto. Filone tematico, questo, che seguo anche all'interno di theWise, fermamente convinto della necessità di articoli i più neutrali e chiari possibili su questo tema, ormai maltrattato da gran parte delle persone. Credo appunto nel progetto di questa testata, volta all'informazione nel senso più puro del termine, e spero di riuscire a trasmettere, almeno in parte, l'importanza del diritto.