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Nemici alle porte: il secondo conflitto civile in Libia

Libia
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Von Moltke, generale tedesco vissuto nella seconda metà del diciannovesimo secolo, ebbe a dire che nessun piano militare sopravvive allo scontro con il nemico. Lo stesso concetto si può applicare alla situazione libica, dove innegabilmente molti attori hanno promosso un cambio di regime al quale non sono stati in grado di dare un seguito apprezzabile, e che ha fatto precipitare il paese nella più completa anarchia. La prima guerra civile libica si conclude de facto il 20 ottobre 2011, con la morte di Muammar Gheddafi e la conseguente fine del suo regime, durato quarantadue anni. Al termine del conflitto, tuttavia, molte domande rimasero irrisolte, e le soluzioni a tali domande fornite dai paesi interessati al futuro della Libia (Francia e Stati Uniti in primis) si dimostrarono profondamente errate.

I prodromi della seconda guerra civile libica originano direttamente nella conclusione della prima. Il Consiglio Nazionale di Transizione, che raccoglieva tutti gli elementi che si opponevano a Gheddafi, si trovò in mano un paese diviso e instabile proprio a causa della scomparsa di una guida che fosse in grado di riunire e gestire le varie anime della Libia, paese che nel frattempo continua ad essere attraversato da conflitti di varia entità e vede crescere il proprio ruolo di porto franco al servizio di diversi traffici illegali: oltre alla tratta degli esseri umani, che vede nelle coste libiche il trampolino di lancio designato per l’approdo sulla costa nord del Mediterraneo, in quei tempi tornò prepotentemente di moda il traffico di armi, che ebbe come principale destinazione il Mali. Tale paese, proprio a causa dell’enorme afflusso di armi e uomini provenienti dal confine libico, fu testimone di un colpo di stato – con conseguente conflitto civile – che infiammò le regioni nel nord del paese, e fu placato solo dopo l’intervento di una coalizione di volenterosi.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 9-13.

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Carlo Paganessi

Sono nato in una notte afosa del luglio 1988 in Friuli Venezia Giulia sul confine con il Veneto, ma i primi diciannove anni della mia vita li ho vissuti in Veneto sul confine con il Friuli Venezia Giulia. Sono diplomato in Ragioneria. Nove anni dopo aver lasciato la galassia della pedemontana trevigiana non mi sono ancora fermato: il mio stile di vita, ormai diventato nomade, mi ha portato a Gorizia per frequentare il corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, a Moedling per lavorare all'Accademia Internazionale Anti Corruzione di Laxenburg, poi sono seguite Trieste per il lavoro con Genertel, Milano con l'Esposizione Universale e ora (al momento) Bratislava per lavorare con Amazon. Mi piace leggere, ascoltare musica e, ovviamente, scrivere. Per theWise scriverò principalmente di Politica Estera e Geopolitica: nel periodo trascorso a Gorizia ho cominciato a vedere il mondo come un orologio composto da sette miliardi di ingranaggi. Assieme a voi cercherò di capirne il funzionamento e di comprendere come gli avvenimenti nel mondo possano condizionare la vita delle persone. Tematica collegata che mi sta particolarmente a cuore è quella relativa alla Sicurezza Internazionale, settore del quale mi sono occupato sin dai tempi delle superiori e su cui ho gestito un gruppo di studi specializzato per oltre quattro anni. Credo che il terrorismo si sconfigga anche attraverso una corretta gestione dell'informazione ed è per questo che scrivo per theWise. Scrivo anche in un blog personale dove, tempo permettendo, cerco di portare qualche notizia di attualità (https://tractatusdesphaera.wordpress.com) oltre che per IMDI – Il Meglio Di Internet (http://ilmegliodiinternet.it/author/carlo_paganessi/).

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