The Game of Thrones. Come le monarchie in Medio Oriente mantengono la (propria) pace

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Le primavere arabe sono state un autentico terremoto che ha abbattuto governi (con diversi gradi di libertà e di rappresentatività) in tutto il Medio Oriente, mentre dove le leadership non sono cadute sono rimaste in carica al prezzo di un forte rinnovamento, come successo in Tunisia. Le uniche istituzioni che sembrano non aver subito danni nella legittimità durante le primavere arabe ma che, al contrario, hanno giocato un ruolo da stabilizzatori del proprio contesto sociale e politico, sono le monarchie. Tali dinastie nascono da presupposti molto diversi e giocano ruoli diametralmente opposti rispetto ai loro omologhi europei, avendo legami molto più stretti con l’ambito religioso e connotandosi in buona parte dei casi come monarchie assolute con forti tinte teocratiche. I più incauti potrebbero lanciarsi in un parallelismo con il Regno Unito (dove il monarca è anche il capo della chiesa d’Inghilterra) ma in questo caso il paragone è piuttosto azzardato sia per l’effettività del ruolo giocato dal sovrano sia per il ruolo della religione nella società.

Partendo dal caso estremo, l’Arabia Saudita è comandata da una monarchia assoluta che probabilmente ha meno limitazioni al proprio potere, sia dal lato politico che da quello religioso. La creazione dell’Arabia Saudita come stato inizia con la conquista di Riyad nel 1902 da parte della famiglia a capo della setta Wahhabita, guidata da Abd Al Aziz Al Saud. Gli Al Saud erano una famiglia autoctona dell’Hijaz che nel XVIII Secolo si fece in buona sostanza sostenitrice delle istanze provenienti da una nuova corrente riformatrice della scuola hanbalita guidata da Muhammad ibn Abd Al Wahhab. Da quel momento divennero i capi della setta, tra i cui obiettivi c’era la riforma dell’Islam in senso conservatore e un ritorno della società alle origini come ispirato dagli aneddoti (hadith) legati alla vita del profeta e della prima comunità di credenti.

L’articolo completo è disponibile sul nostro magazine alle pagine 4-6.

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Carlo Paganessi

Sono nato in una notte afosa del luglio 1988 in Friuli Venezia Giulia sul confine con il Veneto, ma i primi diciannove anni della mia vita li ho vissuti in Veneto sul confine con il Friuli Venezia Giulia. Sono diplomato in Ragioneria. Nove anni dopo aver lasciato la galassia della pedemontana trevigiana non mi sono ancora fermato: il mio stile di vita, ormai diventato nomade, mi ha portato a Gorizia per frequentare il corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, a Moedling per lavorare all'Accademia Internazionale Anti Corruzione di Laxenburg, poi sono seguite Trieste per il lavoro con Genertel, Milano con l'Esposizione Universale e ora (al momento) Bratislava per lavorare con Amazon. Mi piace leggere, ascoltare musica e, ovviamente, scrivere. Per theWise scriverò principalmente di Politica Estera e Geopolitica: nel periodo trascorso a Gorizia ho cominciato a vedere il mondo come un orologio composto da sette miliardi di ingranaggi. Assieme a voi cercherò di capirne il funzionamento e di comprendere come gli avvenimenti nel mondo possano condizionare la vita delle persone. Tematica collegata che mi sta particolarmente a cuore è quella relativa alla Sicurezza Internazionale, settore del quale mi sono occupato sin dai tempi delle superiori e su cui ho gestito un gruppo di studi specializzato per oltre quattro anni. Credo che il terrorismo si sconfigga anche attraverso una corretta gestione dell'informazione ed è per questo che scrivo per theWise. Scrivo anche in un blog personale dove, tempo permettendo, cerco di portare qualche notizia di attualità (https://tractatusdesphaera.wordpress.com) oltre che per IMDI – Il Meglio Di Internet (http://ilmegliodiinternet.it/author/carlo_paganessi/).